Chi sono

Mi chiamo Luca Franzoi, nasco a Varese nel maggio del 1998 e questa è la mia storia.

Fin da piccolo mi faccio notare per la mia energia e la poca voglia di stare fermo. Riposare è una parola che non fa parte del mio vocabolario e passo le ore a gattonare avanti e indietro per la casa.

Inizio a fare i primi passi e i miei genitori, montanari da una vita, cominciano a portarmi con loro in quelle che sono le mie prime escursioni. Inutile dire che il loro primo acquisto per me è un cordino con cui legarmi per non farmi scappare via.
Insomma, le gambette ci sono e la voglia è tanta.

Passano gli anni, cresco e i chilometri sotto i piedi aumentano costantemente finché non scopro lo sport che mi segnerà per i dodici anni seguenti: la pallanuoto.
Accantono in parte la montagna dedicando più tempo a questo sport di squadra che mi insegnerà tanto.
Le domeniche non si passano più in vetta alle cime o nei rifugi ma nelle piscine della Lombardia e oltre.

Mi chiamo Luca Franzoi, nasco a Varese nel maggio del 1998 e questa è la mia storia.

Fin da piccolo mi faccio notare per la mia energia e la poca voglia di stare fermo. Riposare è una parola che non fa parte del mio vocabolario e passo le ore a gattonare avanti e indietro per la casa.

Inizio a fare i primi passi e i miei genitori, montanari da una vita, cominciano a portarmi con loro in quelle che sono le mie prime escursioni. Inutile dire che il loro primo acquisto per me è un cordino con cui legarmi per non farmi scappare via.
Insomma, le gambette ci sono e la voglia è tanta.

Passano gli anni, cresco e i chilometri sotto i piedi aumentano costantemente finché non scopro lo sport che mi segnerà per i dodici anni seguenti: la pallanuoto.
Accantono in parte la montagna dedicando più tempo a questo sport di squadra che mi insegnerà tanto.
Le domeniche non si passano più in vetta alle cime o nei rifugi ma nelle piscine della Lombardia e oltre.

Mi chiamo Luca Franzoi, nasco a Varese nel maggio del 1998 e questa è la mia storia.

Fin da piccolo mi faccio notare per la mia energia e la poca voglia di stare fermo. Riposare è una parola che non fa parte del mio vocabolario e passo le ore a gattonare avanti e indietro per la casa.

Inizio a fare i primi passi e i miei genitori, montanari da una vita, cominciano a portarmi con loro in quelle che sono le mie prime escursioni. Inutile dire che il loro primo acquisto per me è un cordino con cui legarmi per non farmi scappare via.
Insomma, le gambette ci sono e la voglia è tanta.

 

Con il tempo riesco a trovare un equilibrio nel quale riesco a inserire nuovamente delle uscite domenicali.
Capisco che la montagna mi manca e decido di organizzare il mio primo cammino di più giorni in tenda: la Via degli Dei, da Bologna a Firenze.

Mi innamoro, di tutto. Mi sento vivo, capisco che è parte di me.
Lo zaino che è la tua casa, camminare ogni giorno, conoscere persone nuove e sapere che il giorno dopo devi andare avanti.

Nel frattempo vengo a conoscenza del Sentiero Italia e un piccolo pensiero inizia a frullarmi in testa, devo solo trovare il momento giusto.

Compio un altro paio di cammini, le emozioni sono le stesse e questa per me è la conferma definitiva: devo percorrere il Sentiero Italia, non ci sono scuse.

Ed eccomi qui, semplicemente balzellante

 

Con il tempo riesco a trovare un equilibrio nel quale riesco a inserire nuovamente delle uscite domenicali.
Capisco che la montagna mi manca e decido di organizzare il mio primo cammino di più giorni in tenda: la Via degli Dei, da Bologna a Firenze.

Mi innamoro, di tutto. Mi sento vivo, capisco che è parte di me.
Lo zaino che è la tua casa, camminare ogni giorno, conoscere persone nuove e sapere che il giorno dopo devi andare avanti.

Nel frattempo vengo a conoscenza del Sentiero Italia e un piccolo pensiero inizia a frullarmi in testa, devo solo trovare il momento giusto.

Compio un altro paio di cammini, le emozioni sono le stesse e questa per me è la conferma definitiva: devo percorrere il Sentiero Italia, non ci sono scuse.

Ed eccomi qui, semplicemente balzellante

Passano gli anni, cresco e i chilometri sotto i piedi aumentano costantemente finché non scopro lo sport che mi segnerà per i dodici anni seguenti: la pallanuoto.
Accantono in parte la montagna dedicando più tempo a questo sport di squadra che mi insegnerà tanto.

Le domeniche non si passano più in vetta alle cime o nei rifugi ma nelle piscine della Lombardia e oltre.

 

 

Con il tempo riesco a trovare un equilibrio nel quale riesco a inserire nuovamente delle uscite domenicali.

Capisco che la montagna mi manca e decido di organizzare il mio primo cammino di più giorni in tenda: la Via degli Dei, da Bologna a Firenze.

Mi innamoro, di tutto. Mi sento vivo, capisco che è parte di me.
Lo zaino che è la tua casa, camminare ogni giorno, conoscere persone nuove e sapere che il giorno dopo devi andare avanti.

Nel frattempo vengo a conoscenza del Sentiero Italia e un piccolo pensiero inizia a frullarmi in testa, devo solo trovare il momento giusto.

Compio un altro paio di cammini, le emozioni sono le stesse e questa per me è la conferma definitiva: devo percorrere il Sentiero Italia, non ci sono scuse.

Ed eccomi qui, semplicemente balzellante